lunedì 14 aprile 2014

Virus Ebola !!!Preoccuparci?

Apr
08

Ma il ritorno del virus Ebola deve preoccupare l’Europa?

In Africa è tornato il virus Ebola. Ieri sembrava che si fosse esteso anche al Ghana, una ragazzina di 12 anni, ricoverata al Komfo Anokye Teaching Hospital di Kumasi (siamo nella regione dell’Ashanti) è morta in preda a una febbre misteriosa, e aveva sanguinato, quindi è scattato l’allarme: campioni del sangue sono stati portati di corsa ad Accra, quindi è stata convocata una conferenza stampa e la dottoressa Ayittey ha comunicato che Ebola era escluso. Di che si tratta allora? «Non è stata una febbre virale». E di più non s’è saputo. Le autorità del Ghana hanno moltiplicato i controlli, per impedire un’estendersi dell’epidemia anche a Togo, Burkina Faso e Costa d’Avorio. Il Senegal intanto ha chiuso le frontiere, il Marocco ha moltiplicato i controlli. Un altro caso, ancora dubbio, è segnalato in Mali. I morti finora sono una novantina, soprattutto in Guinea e anche in Liberia. In Guinea il governo ha proibito di mangiare la carne di pipistrello, un piatto nazionale che si cucina in umido e può attaccare la malattia. I pipistrelli, della famiglia degli pteropodidi, detti anche “volpi volanti” o “rossetti”, sono portatori sani. Altro veicolo d’infezione è il gorilla. In Africa se ne mangia la carne ed è pericoloso.
So che Ebola è terribile, ma alla fine di che si tratta?
Il libro fondamentale, che descrive l’andamento della malattia, i suoi effetti devastanti, la velocità con cui uccide, l’impotenza dell’uomo è Area di contagio di Richard Preston, scritto quando si verificarono i primi casi nello Zaire (o Repubblica Democratica del Congo). Era il 1976. Da allora il virus è stato isolato, se ne conoscono cinque varianti, quattro delle quali mortali, ma una cura non è stata trovata. Gli americani hanno studiato la cosa piuttosto a fondo, perché temono una guerra batteriologica combattuta a colpi di Zaire (Zaire è un altro nome di Ebola, che è stato battezzato così per via del torrente dove si scoprì la malattia per la prima volta). La faccenda è stata immaginata da romanzieri specialisti in questo genere di elaborazioni, per esempio Tom Clancy (Potere esecutivo) o Ken Follet (Nel bianco).
C’è anche un film, Virus letale.
Sì. Nei romanzi, e anche nel libro di Preston (che non è un romanzo), si leggono descrizioni della malattia spaventose: i cadaveri di Ebola sono pieni di sangue, le viscere si disfano, i corpi alla fine risultano liquefatti… Beh, qualche volta succede anche questo, ma non sempre. Bisogna correggere anche i dati sulla velocità del contagio, non necessariamente fulminei come scrive anche Preston.
Sapevo che questa velocità di propagazione, terrificante, è però anche un limite: la malattia non ha il tempo di diffondersi, si auto-consuma.
È vero, però gli ultimi dati dicono che tra la comparsa dei primi sintomi e la morte (il 70-90% delle volte) possono passare anche 20 giorni (ma anche tre). In venti giorni una propagazione di massa è possibile, ma il virus colpisce in genere in zone isolate e quindi, dopo aver sterminato una piccola comunità periferica, si spegne. I primi sintomi sono febbre, mal di testa, dolori muscolari, congiuntivite e un affaticamento che arriva al limite dell’ebetismo. Poi compaiono la diarrea, il vomito e le macchie rosse sulla pelle.
Se non c’è modo di curare la malattia, cosa fanno i medici per arginarla?
Ebola si diffonde attraverso i liquidi, saliva (anche saliva polverizzata nell’aria), sangue, sudore, sperma. Le autorità africane stanno raccomandando a tutti di astenersi dai rapporti sessuali. Altro veicolo di diffusione: gli animali. Si tratta di un virus zoonotico, che passa cioè dall’animale all’uomo (come avveniva per l’aviaria). Nutrirsi di carne in un regime poco igienico può avere conseguenze terribili. I medici sono ad alto rischio contagio, e molti di quelli addetti alle cure restano infetti a loro volta e muoiono. A Kiwit, vicino a Kinshasa, sono sepolte sei monache italiane, partite da Bergamo e da Brescia, che hanno dato la vita per curare gli infetti. Era il 1995, c’era stata un’altra esplosione del virus, le sei, che la Chiesa ha beatificato, si rifiutarono di lasciare la missione. Adesso i medici stanno vicino ai pazienti protetti da guanti, tute, scafandri. Tutto quello che possono fare è idratarle i malati e soprattutto isolarli.
Esiste una possibilità che il virus arrivi da noi? Magari a bordo di un aereo…
Il Paese più a rischio si direbbe la Francia, quello che ha maggiori rapporti e scambi con i Paesi colpiti. Giovedì scorso le autorità transalpine hanno messo in allerta tutte le strutture sanitarie del Paese. Venerdì mattina, a Parigi, il personale di Air France ha scoperto nel bagno di un volo proveniente da Conakry tracce di vomito. Allarme generale e passeggeri bloccati a bordo e sottoposti a visita medica. Nessuno aveva la febbre, e non c’erano tracce di Ebola. Sospiro di sollievo

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