mercoledì 9 aprile 2014

Era il giorno del mio compleanno quando

"Abbiamo avvelenato la Campania con fanghi termonucleari"

del 25 Agosto 2013 04:53

Il volto del male ha gli occhi azzurri, i capelli bianchi e fuma sigarette Chesterfield. Parla con quella "s" doppia, con quella "p" doppia così tipiche dalle nostre parti. Sembra sentir parlare uno di noi, uno di casa nostra: e infatti il male è un nostro vicino di casa, uno che possiamo incontrare ogni giorno. È Carmine Schiavone, ex capo dei Casalesi, collaboratore di giustizia, intervistato in esclusiva da SkyTg24. Sorride, ha un sorriso beffardo tra una boccata di sigaretta e l'altra, quando spiega che lui è camorrista da sempre, poi si corregge perché un camorrista le cose le dice a metà non le dice per intero e allora preferisce dire da almeno venti anni. Dopo aver raccontato le spese fisse al mese (tre miliardi) il boss fa l'elenco della morte. Davanti alle telecamere di Sky, Schiavone racconta che cosa ha scaricato l'ecomafia, d'accordo con le società nel Nord, nelle nostre terre in questi anni maledetti: "Pittura, rifiuti farmaceutici, rifiuti chimici, rifiuti ospedalieri, più ci stanno cassette termonucleari e fanghi termonucleari". E fa l'elenco, Schiavone, delle terre usate come discariche: Casale, Castel Volturno, Santa Maria La Fossa, Grazzanise. Poi ha quasi un moto di ribellione, lui, di agghiacciante indignazione, lui, quando dice: "Ma si rende conto che stanno a morire 5 milioni di persone? Come io ho detto alla commissione ecomafie, con i documenti che hanno, le targhe dei camion che scarivavano, le società…". A sentire Schiavone, ci sarebbe la possibilità , insomma di identificare in quattro e quattro otto chi insieme a lui e ai suoi accoliti ha avvelenato, sepolto, ucciso la nostra campagna. Alle telecamere di Sky ha anche detto che la sua "conversione" è avvenuta quando ha capito che "avvelenavamo la terra. E che si uccidevano i bambini prima che nascessero". Questa è la camorra vera. Banale e semplice nella sua crudeltà, nel suo essere male fino in fondo.

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