martedì 29 aprile 2014

Che cos’è Ebola. Il virus africano che fa paura al mondo

Che cos’è Ebola. Il virus africano che fa paura al mondo

In Guinea sono 203 i casi sospetti, con 129 morti. Almeno venti casi sono segnalati in Liberia; altre segnalazioni arrivano dal Mali e dalla Sierra Leone. Ma il rischio che questa epidemia possa varcare i confini africani sembra, secondo i maggiori esperti, attualmente remota

SABRINA VALLETTA
DOMENICA 27 APRILE 2014, 10:00
L’Ebola fa paura. E’ uno dei virus più temuti, soprattutto quando, come ora, sono in atto focolai in diverse zone del mondo. Attualmente la zona interessata è quella dell’Africa Occidentale, dove il virus ha fatto registrare già molti decessi. Secondo le ultime cifre pubblicate sul sito dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in Guinea sono 203 i casi sospetti, con 129 morti. Almeno venti casi sono segnalati in Liberia; altre segnalazioni arrivano dal Mali e dalla Sierra Leone. Ma il rischio che questa epidemia possa varcare i confini africani sembra, secondo i maggiori esperti, attualmente remota.
Ma cosa bisogna sapere su questo virus? Ce lo spiega l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Il virus Ebola causa una febbre emorragica ed è molto aggressivo per l’uomo, spesso addirittura fatale. I focolai si verificano soprattutto nei villaggi dell’Africa centrale e Occidentale, nei pressi di foreste pluviali tropicali. Il virus si trasmette alle persone dagli animali selvatici e si diffonde nella popolazione umana attraverso la trasmissione da uomo a uomo. 
Il virus prende il nome dal fiume Ebola, nella Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire), che scorre nel sito della prima epidemia scoppiata nel 1976. Viene trasmesso all’uomo attraverso lo stretto contatto con il sangue, le secrezioni, gli organi o altri fluidi corporei di animali infetti. Ebola si diffonde poi nella comunità attraverso la trasmissione da uomo a uomo, con l'infezione causata dal contatto diretto (attraverso lesioni cutanee o mucose), con il sangue, secrezioni, organi o altri fluidi corporei di persone infette, e il contatto indiretto con ambienti contaminati con tali fluidi. Inoltre, uomini che hanno sconfitto la malattia possono ancora trasmettere il virus attraverso il loro sperma per un massimo di sette settimane dalla guarigione.
L’Ebola è una malattia virale acuta grave, spesso caratterizzata dalla comparsa improvvisa di febbre, intensa debolezza, dolori muscolari, mal di testa e mal di gola. A questo seguono vomito, diarrea e in alcuni casi sanguinamento sia interno che esterno. Il periodo di incubazione va dai 2 ai 21 giorni. Alcune malattie che dovrebbe essere esclusa prima di una diagnosi di Ebola sono: malaria, febbre tifoide, colera, peste, meningite, epatite e altre febbri emorragiche virali. Negli anni diversi vaccini sono stati testati, ma attualmente nessuno è disponibile per l'uso clinico. Dunque, i pazienti gravemente malati hanno bisogno di terapia intensiva di supporto. Nessun trattamento specifico è disponibile, ma nuove terapie farmacologiche si stanno studiando. 
Nel frattempo, per difendersi dal virus è necessario mantenere puliti gli ambienti, soprattutto quelli in cui si tengono gli animali. Nel caso in cui vi fosse un sospetto di focolaio, i locali devono essere messi in quarantena immediatamente. L’abbattimento degli animali infetti può essere necessario per ridurre il rischio di trasmissione. Limitare o vietare la circolazione degli animali da allevamenti infetti ad altre zone può ridurre la diffusione della malattia.
In assenza di un trattamento efficace e di un vaccino per l’uomo, le misure di protezione che possiamo mettere in atto sono l'unico modo per ridurre l’infezione. E allora, in caso di focolaio, bisogna fare attenzione agli animali, è meglio maneggiarli con i guanti. La carne deve essere ben cotta prima di essere mangiata. E’ bene evitare o ridurre il contatto diretto o ravvicinato con pazienti infetti, in particolare con i loro fluidi corporei. Guanti e adeguate attrezzature di protezione devono essere utilizzate quando ci si prende cura dei malati in casa. Lavarsi regolarmente le mani è necessario dopo aver visitato i pazienti in ospedale. Le comunità colpite da Ebola devono informare la popolazione circa la natura della malattia e le misure di contenimento dell’epidemia.
Nell’ultimo aggiornamento delle raccomandazioni per le autorità di trasporti e per i viaggiatori, l’Oms afferma che è necessario sensibilizzare sui possibili sintomi, mentre uno screening in porti e aeroporti di tutti i passeggeri in entrata provenienti dai Paesi in cui è presente il virus Ebola è “costoso e con un impatto molto limitato. Il rischio per i turisti o per gli uomini d'affari di infettarsi durante una visita nelle aree interessate è estremamente basso - si legge nel documento - anche se la visita include viaggi proprio nelle zone dove sono stati riportati i casi. Non c'è rischio di trasmissione durante il periodo di incubazione e resta molto basso durante i primi giorni di malattia sintomatica”. E' consigliabile, prosegue l'Oms, sensibilizzare chi parte o chi arriva sui rischi. “I viaggiatori che arrivano o vanno dovrebbero ricevere informazioni sui sintomi e su come minimizzare i contagi - scrivono gli esperti - oltre che su dove ottenere eventuale assistenza medica”.
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