giovedì 23 novembre 2017
sabato 11 novembre 2017
giovedì 9 novembre 2017
domenica 5 novembre 2017
Lettera dalla terra
Lettere dalla terra
Caro amico mio, ti lascio la mia anima, prenditene cura.
Ti lascio tutti questi pensieri, le paure, i difetti, le fragilità.
Ti lascio questo profumo : tutti i miei sogni. Sono così tanti che solo il cielo li aveva custoditi fino ad oggi. E poi questa malinconia...Non ci posso fare nulla, fa parte di me.
C'è sempre quella parte di nostalgia per casa e per gli esseri umani.
Ti lascio tutto ciò che saprai capire e vorrai ascoltare.
Sarà questo bisogno di qualcuno a cui narrarmi.
Forse è vero che non bastiamo a noi stessi e forse ci sono troppe cose dentro di noi.
Buonanotte allora.
Mille volte buonanotte.
Al cielo, alle stelle e a tutto ciò che vorrai raccontarmi .
Ti prego, parlami di te: dei tuoi viaggi, delle tue imprese.
Quante strade hai percorso? Quanti volti incontrato?
Io...Io sono solo una bambina e non ho viaggiato.
Io non ho mai visto i cuori degli altri uomini. Ma dimmi, funzionano tutti come il mio?Battono così tanto per un nonnulla? Anche altri cuori si affannano per un battito d'ali di farfalla? . E dimmi, tutti piangono?. Piangono come piango io?. Si commuovono per un tramonto e soffrono per tutto ciò che non è come dovrebbe essere?
Cosa hai trovato nel mio cuore, dimmi hai trovato qualcosa? .
Smetterò mai di partecipare?
Tu non mi rispondi, eppure io spero che tutto questo trovi lassù un qualche significato.
Ti lascio tutto questo. Lo lascio al cielo, alle stelle.
Anima
Simona dai miei scritti
Caro amico mio, ti lascio la mia anima, prenditene cura.
Ti lascio tutti questi pensieri, le paure, i difetti, le fragilità.
Ti lascio questo profumo : tutti i miei sogni. Sono così tanti che solo il cielo li aveva custoditi fino ad oggi. E poi questa malinconia...Non ci posso fare nulla, fa parte di me.
C'è sempre quella parte di nostalgia per casa e per gli esseri umani.
Ti lascio tutto ciò che saprai capire e vorrai ascoltare.
Sarà questo bisogno di qualcuno a cui narrarmi.
Forse è vero che non bastiamo a noi stessi e forse ci sono troppe cose dentro di noi.
Buonanotte allora.
Mille volte buonanotte.
Al cielo, alle stelle e a tutto ciò che vorrai raccontarmi .
Ti prego, parlami di te: dei tuoi viaggi, delle tue imprese.
Quante strade hai percorso? Quanti volti incontrato?
Io...Io sono solo una bambina e non ho viaggiato.
Io non ho mai visto i cuori degli altri uomini. Ma dimmi, funzionano tutti come il mio?Battono così tanto per un nonnulla? Anche altri cuori si affannano per un battito d'ali di farfalla? . E dimmi, tutti piangono?. Piangono come piango io?. Si commuovono per un tramonto e soffrono per tutto ciò che non è come dovrebbe essere?
Cosa hai trovato nel mio cuore, dimmi hai trovato qualcosa? .
Smetterò mai di partecipare?
Tu non mi rispondi, eppure io spero che tutto questo trovi lassù un qualche significato.
Ti lascio tutto questo. Lo lascio al cielo, alle stelle.
Anima
Simona dai miei scritti
giovedì 2 novembre 2017
In questa vita i sogni evaporano come acqua in una pozzanghera.
Rinuncio. Rinuncio a capire le persone. Cerco solo di confondere la mia vita con la loro cercando di mantenermi in equilibrio e di non farmi troppo male
Rinuncio. Rinuncio a capire le persone. Cerco solo di confondere la mia vita con la loro cercando di mantenermi in equilibrio e di non farmi troppo male
Peggio del suicidio c'è solo un mancato suicidio. Come si può continuare a vivere sapendo di aver voluto morire veramente? È come uccidersi l'anima imponendosi di vivere.
Peggio del suicidio c'è solo un mancato suicidio. Come si può continuare a vivere sapendo di aver voluto morire veramente? È come uccidersi l'anima imponendosi di vivere.
martedì 31 ottobre 2017
sabato 28 ottobre 2017
C'è un piccolo mondo, solo mio, in cui è racchiusa tutta la mia essenza, e chi vuole entrare deve togliersi le scarpe.
C'è un piccolo mondo, solo mio, in cui è racchiusa tutta la mia essenza, e chi vuole entrare deve togliersi le scarpe
Quella strana ma gustosa sensazione di sentirsi un pesce fuor d’acqua in questo mondo di automi.
Tentar non nuoce, male che va c'è tutto il resto del mondo.
Tentar non nuoce, male che va c'è tutto il resto del mondo.
Non siate l’effetto del vostro passato, ma la causa del vostro futuro!
Non siate l’effetto del vostro passato, ma la causa del vostro futuro!
Nell'illecito tutto è lecito.
Nell'illecito tutto è lecito
venerdì 27 ottobre 2017
le speranze vane si trasformano in crudeli illusioni se non subentra la consapevolezza a salvarci
le speranze vane si trasformano in crudeli illusioni se non subentra la consapevolezza a salvarci
giovedì 26 ottobre 2017
Se decideste di spegnere la televisione e iniziaste a sfogliare dei saggi, vi accorgereste che l’unico grande tema del XX secolo è stata la solitudine e l’alienazione.
Abbiamo dimenticato
Abbiamo dimenticato cosa sia guardarsi l’un l’altro, toccarsi, avere una vera vita di relazione, curarsi l’uno dell’altro. Non sorprende se stiamo morendo tutti di solitudine.
La solitudine
La solitudine è il più straordinario mezzo
per entrare in intimità con noi stessi.
E, paradossalmente, la solitudine
è anche il miglior mezzo
per imparare a comunicare.
Solo conoscendomi,
cioè conoscendo la mia interiorità,
posso parlare all'interiorità dell'altro.
per entrare in intimità con noi stessi.
E, paradossalmente, la solitudine
è anche il miglior mezzo
per imparare a comunicare.
Solo conoscendomi,
cioè conoscendo la mia interiorità,
posso parlare all'interiorità dell'altro.
Perchè la vita è bella
Ci saranno dei giorni in cui non vedrai alcun motivo per andare avanti. Va bene.
Ci saranno dei giorni in cui persino il pensiero di alzarti dal letto ti farà venire voglia di piangere. Va bene anche questo.
Ci saranno dei giorni in cui non ti ricorderai nemmeno come si fa a piangere, o a sorridere, o a vivere, in cui la stanchezza ti peserà sulle palpebre e sulle ossa fino a schiacciarti. Ne avrai ogni ragione.
Ma ricordati sempre che ciò che senti non dura per sempre. Che è tutto temporaneo. Che qualcuno, prima di te, ha provato quello che provi tu adesso, ed è sopravvissuto.
Le foglie cadono ogni autunno, e soltanto perché non sei un sempreverde – soltanto perché anche tu sfiorisci, mentre altri riescono a non farlo – non vuol dire che tu sia sbagliato e che sia tutto finito. Va bene cadere. Va bene.
Quando arriveranno quei giorni, ricorda le cose per cui vale la pena andare avanti, qualsiasi piccola cosa – il prossimo film in uscita, un amico che ti invita a uscire, il libro che non hai ancora letto. Ricorda che tutto prima o poi finisce, che il sipario prima o poi deve sempre calare su tutto. Lascialo calare sulle amicizie finite, sugli amori passati, sulla tristezza che ti stringe la gola, sulle cattiverie che ti hanno detto, sui tuoi sbagli, sui rimpianti, sulle parole che non avresti dovuto pronunciare, su tutte quelle piccole cose che ti pesano sulle spalle come macigni. Lascialo cadere su tutto, tranne che su di te. Mai su di te.
Perché non lo meriti. Perché meriti di più di un sipario chiuso, di un copione finito in tragedia.
Perché meriti di stare bene, e ti prometto, ti prometto che succederà e sarai felice di non aver deciso di lasciarti andare.
Ti prometto che un giorno ti sveglierai e andrà tutto bene.
Fino ad allora, tieni duro.
Alzati dal letto quando sembra impossibile.
Esci quando vorresti rinchiuderti dentro. Apprezza le cose belle quando vorresti solo piangere.
È una bella vita, in fin dei conti, te lo giuro.
È una bella vita.
E tu la meriti.
Ci saranno dei giorni in cui persino il pensiero di alzarti dal letto ti farà venire voglia di piangere. Va bene anche questo.
Ci saranno dei giorni in cui non ti ricorderai nemmeno come si fa a piangere, o a sorridere, o a vivere, in cui la stanchezza ti peserà sulle palpebre e sulle ossa fino a schiacciarti. Ne avrai ogni ragione.
Ma ricordati sempre che ciò che senti non dura per sempre. Che è tutto temporaneo. Che qualcuno, prima di te, ha provato quello che provi tu adesso, ed è sopravvissuto.
Le foglie cadono ogni autunno, e soltanto perché non sei un sempreverde – soltanto perché anche tu sfiorisci, mentre altri riescono a non farlo – non vuol dire che tu sia sbagliato e che sia tutto finito. Va bene cadere. Va bene.
Quando arriveranno quei giorni, ricorda le cose per cui vale la pena andare avanti, qualsiasi piccola cosa – il prossimo film in uscita, un amico che ti invita a uscire, il libro che non hai ancora letto. Ricorda che tutto prima o poi finisce, che il sipario prima o poi deve sempre calare su tutto. Lascialo calare sulle amicizie finite, sugli amori passati, sulla tristezza che ti stringe la gola, sulle cattiverie che ti hanno detto, sui tuoi sbagli, sui rimpianti, sulle parole che non avresti dovuto pronunciare, su tutte quelle piccole cose che ti pesano sulle spalle come macigni. Lascialo cadere su tutto, tranne che su di te. Mai su di te.
Perché non lo meriti. Perché meriti di più di un sipario chiuso, di un copione finito in tragedia.
Perché meriti di stare bene, e ti prometto, ti prometto che succederà e sarai felice di non aver deciso di lasciarti andare.
Ti prometto che un giorno ti sveglierai e andrà tutto bene.
Fino ad allora, tieni duro.
Alzati dal letto quando sembra impossibile.
Esci quando vorresti rinchiuderti dentro. Apprezza le cose belle quando vorresti solo piangere.
È una bella vita, in fin dei conti, te lo giuro.
È una bella vita.
E tu la meriti.
L'amico che dorme
Che diremo stanotte all'amico che dorme?
La parola più tenue ci sale alle labbra
dalla pena più atroce. Guarderemo l'amico,
le sue inutili labbra che non dicono nulla,
parleremo sommesso.
La notte avrà il volto
dell'antico dolore che riemerge ogni sera
impassibile e vivo. Il remoto silenzio
soffrirà come un'anima, muto, nel buio.
Parleremo alla notte che fiata sommessa.
Udiremo gli istanti stillare nel buio
al di là delle cose, nell'ansia dell'alba,
che verrà d'improvviso incidendo le cose
contro il morto silenzio. L'inutile luce
svelerà il volto assorto del giorno. Gli istanti
taceranno. E le cose parleranno sommesso
La parola più tenue ci sale alle labbra
dalla pena più atroce. Guarderemo l'amico,
le sue inutili labbra che non dicono nulla,
parleremo sommesso.
La notte avrà il volto
dell'antico dolore che riemerge ogni sera
impassibile e vivo. Il remoto silenzio
soffrirà come un'anima, muto, nel buio.
Parleremo alla notte che fiata sommessa.
Udiremo gli istanti stillare nel buio
al di là delle cose, nell'ansia dell'alba,
che verrà d'improvviso incidendo le cose
contro il morto silenzio. L'inutile luce
svelerà il volto assorto del giorno. Gli istanti
taceranno. E le cose parleranno sommesso
E'ESTATE
È riapparsa la donna dagli occhi socchiusi
e dal corpo raccolto, camminando per strada.
Ha guardato diritto tendendo la mano,
nell'immobile strada. Ogni cosa è riemersa.
Nell'ímmobile luce dei giorno lontano
s'è spezzato il ricordo. La donna ha rialzato
la sua semplice fronte, e lo sguardo d'allora
è riapparso. La mano si è tesa alla mano
e la stretta angosciosa era quella d'allora.
Ogni cosa ha ripreso i colori e la vita
allo sguardo raccolto, alla bocca socchiusa.
È tornata l'angoscia dei giorni lontani
quando tutta un'immobile estate improvvisa
di colori e tepori emergeva, agli sguardi
di quegli occhi sommessi. È tornata l'angoscia
che nessuna dolcezza di labbra dischiuse
può lenire. Un immobile cielo s'accoglie
freddamente, in quegli occhi.
Fra calmo il ricordo
alla luce sommessa dei tempo, era un docile
moribondo cui già la finestra s'annebbia e scompare.
Si è spezzato il ricordo. La stretta angosciosa
della mano leggera ha riacceso i colori
e l'estate e i tepori sotto il viviclo cielo.
Ma la bocca socchiusa e gli sguardi sommessi
non dan vita che a un duro inumano silenzio.
e dal corpo raccolto, camminando per strada.
Ha guardato diritto tendendo la mano,
nell'immobile strada. Ogni cosa è riemersa.
Nell'ímmobile luce dei giorno lontano
s'è spezzato il ricordo. La donna ha rialzato
la sua semplice fronte, e lo sguardo d'allora
è riapparso. La mano si è tesa alla mano
e la stretta angosciosa era quella d'allora.
Ogni cosa ha ripreso i colori e la vita
allo sguardo raccolto, alla bocca socchiusa.
È tornata l'angoscia dei giorni lontani
quando tutta un'immobile estate improvvisa
di colori e tepori emergeva, agli sguardi
di quegli occhi sommessi. È tornata l'angoscia
che nessuna dolcezza di labbra dischiuse
può lenire. Un immobile cielo s'accoglie
freddamente, in quegli occhi.
Fra calmo il ricordo
alla luce sommessa dei tempo, era un docile
moribondo cui già la finestra s'annebbia e scompare.
Si è spezzato il ricordo. La stretta angosciosa
della mano leggera ha riacceso i colori
e l'estate e i tepori sotto il viviclo cielo.
Ma la bocca socchiusa e gli sguardi sommessi
non dan vita che a un duro inumano silenzio.
domenica 22 ottobre 2017
Raffaella Danae
Raffaella Danae
Blaster da: 10.10.2017
Perfezionista, inguaribile romantica, lunatica e sempre alla ricerca della giusta ispirazione. Studio Editoria & Comunicazione all’Università degli studi di Salerno, ogni tanto m’improvviso scrittrice, nel tempo libero mi dedico al social journalism occupandomi di tecnologia, beauty, cultura e lifestyle.
giovedì 5 gennaio 2017
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